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Eleonora Voltolina

Calo delle nascite: l'intreccio tra fecondità, immigrazione, desiderio di figli

Questa è l'ottava puntata dell'inchiesta nata dalla collaborazione tra il quotidiano italiano Domani e The Why Wait Agenda: un approfondimento a puntate sul tema della scelta di fare figli, sempre meno frequente, sempre più spesso ritardata, specialmente in Italia. L'articolo è stato pubblicato su Domani nell'ottobre del 2023. Qui di seguito, le prime righe.


In Italia vivono oggi 59 milioni di persone. Ma secondo l'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Ue, tra settant'anni potrebbe essere solo 50: l'Italia è la nazione europea che in questo secolo subirà il calo demografico più rilevante. In ogni Paese il rinnovo della popolazione può avvenire in due modi. Il principale è rappresentato dai bambini che nascono. Per mantenere nel tempo lo stesso numero di abitanti, al netto di guerra ed epidemia, si dovrebbe avere un tasso di fecondità – cioè di numero di figli per donna – pari a 2,1 (il decimale va ad ammortizzare la percentuale, per fortuna ormai molto piccola, della mortalità neonatale o infantile). Per ogni due genitori che presto o tardi muoiono, ci sono due figli a sostituirli: per questo viene chiamato anche “tasso di sostituzione”.


L'altro modo perché la popolazione non diminuisca è accogliere stranieri che vadano a sostituire i nuovi nati mancati nel numero totale dei residenti. Per questo, spesso il dibattito sulla natalità si intreccia a quello sull'immigrazione, talvolta con derive populiste – come il rischio di “arrendersi alla sostituzione etnica” paventato dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, esponente di Fratelli d'Italia.


A ben vedere, l'apporto degli immigrati – che una volta in Italia, a loro volta spesso fanno figli – è stato negli anni importante per non far calare troppo... L'intero articolo è disponibile in italiano su Domani a questo link

→ qui l'articolo integrale in inglese

→ e in francese

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Questo articolo, come tutto il sito di The Why Wait Agenda, è stato prodotto dall'associazione Journalism for social change, un'organizzazione che crede in un giornalismo impegnato e partecipe, che possa dare tramite l'informazione un punto di vista laico e progressista sui temi della fertilità e della genitorialità e far evolvere la nostra società rispetto a queste tematiche. L'associazione, senza scopo di lucro, si sostiene anche grazie ai doni dei lettori: donando una somma, anche piccola, permetterete a questo progetto di crescere e di raggiungere i suoi obiettivi.

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